venerdì 13 marzo 2009

Il documento sottoscritto dalle associazioni aderenti a GTutti - Forum Ambiente

22 – 24 aprile 2009
Giustizia climatica e diritti dei popoli
I movimenti e le associazioni hanno il compito di aprire nuovi spazi di democrazia e partecipazione per un futuro sostenibile
Tre giorni di incontri a Siracusa per discutere, dal basso, di ambiente


Il 2009 è un anno cruciale per il Pianeta. Entro la fine dell’anno, la comunità internazionale dovrà infatti raggiungere un accordo definitivo sul trattato che sancirà i nuovi obiettivi per la riduzione dei gas a effetto serra dopo la scadenza dello Protocollo di Kyoto prevista nel 2012.
Il G8 sull’ambiente che si svolgerà a Siracusa tra il 22 e il 24 aprile prossimo deve essere una tappa di questo processo. L’impatto delle attività umane sull’ambiente ha modificato l’equilibrio naturale degli ecosistemi con conseguenze gravi per la salute dell’ambiente e delle specie che lo abitano. L’accelerazione che il fenomeno dei mutamenti climatici ha subito negli ultimi cinquant’anni è il segnale più evidente di questo processo, strettamente legato al modello di sviluppo dominante. Per fermare il surriscaldamento del Pianeta e contenere gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici, di cui sono principali vittime le popolazioni più povere, è necessario modificare l’economia neo-liberista dominata dagli interessi delle multinazionali.
Dopo l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, i Governi del mondo si devono impegnare a trovare accordi e soluzioni più avanzate per fermare il surriscaldamento della Terra e avviare una riconversione ecologica dell’economia.
L’Unione Europea sembra avere da tempo preso coscienza dei rischi connessi all’aumento della temperatura e ai cambiamenti climatici. I segnali che provengono dagli Stati Uniti dopo il cambiamento di amministrazione, fanno ben sperare per il futuro.
Purtroppo il governo italiano sta rallentando le trattative internazionali sul clima e l’energia sostenibile, indebolendo gli obiettivi che l’Unione europea vuole fissare attraverso il pacchetto energia e clima per il 2020: la riduzione del 20-30 per cento dei gas serra, il 20 per cento in più di rinnovabili e un risultato del 20 per cento sul piano dell’efficienza energetica.
Per l’Italia il governo propone con decisione un altro modello, fondato sul ritorno al nucleare. Questa scelta non è un semplice ritorno al passato che punta su una tecnologia pericolosissima e tutt’altro che economica, ma rischia di bloccare sul nascere nel nostro paese lo sviluppo della “rivoluzione” tecnologica (ma anche economico-sociale) innescata dallo sviluppo delle fonti rinnovabili.
A livello locale la situazione non è migliore. A nessuno può sfuggire poi il fatto che proprio in Sicilia – regione che paradossalmente dispone delle più favorevoli condizioni per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili – si stanno concentrando iniziative ad alto impatto ambientale e climalteranti (inceneritori, rigassificatori, turbogas) ed il Ministro dell’Ambiente, con il sostegno del Presidente della Regione, propone la realizzazione in Sicilia della prima centrale nucleare.

Queste scelte impongono al mondo ambientalista una assunzione di responsabilità immediata, a distanza di ventun’anni dalla vittoria del referendum, una nuova campagna in favore delle energie rinnovabili, della pace e contro il nucleare. Il G8 offre un’occasione da non perdere per la nascita di un nuovo grande movimento di massa che sappia battersi per un mondo più giusto e più sostenibile.

Per queste ragioni invitiamo tutti i cittadini della nostra comunità, le associazioni a incontrarci e a discutere con noi per costruire un grande evento che, negli stessi giorni in cui si svolgerà il G8, possa portare al centro dell’attenzione i temi dei cambiamenti climatici, del risparmio delle risorse della Terra e contemporaneamente chieda ai chi governa il nostro Paese e amministra le nostre città scelte coraggiose nel campo della tutela dell’ambiente e della salute delle persone. Il G8, per la Sicilia e per Siracusa in particolare, può rappresentare anche un’opportunità per migliorare la qualità ambientale del nostro territorio e accrescere la sensibilità dei cittadini verso i temi dell’ambiente e della salvaguardia della salute. Sarebbe paradossale che proprio la città che ospita un evento di tale portata continui a occupare gli ultimi posti nelle classifiche sulla qualità ambientale per i livelli altissimi di polveri sottili, il consumo sfrenato di risorse e la totale assenza di politiche in materia ambientale.
Si tratta di una grande sfida, nella quale dovremo dimostrare grande maturità e capacità organizzativa. Se ci riusciremo vorrà dire che la speranza di costruire un futuro sostenibile partendo dal basso esiste e che un altro mondo è ancora possibile.
 
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