giovedì 6 maggio 2010

GTutti 2010 - i manifesti


GTutti 2010 - Il programma

GTutti 2010 - Ambiente/Diritti/Migranti



Secondo l’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, i cambiamenti climatici saranno la causa principale dell’abbandono di alcune aree del Pianeta, seguiti da eventi meteorologici estremi quali alluvioni e uragani, siccità, desertificazione e guerre per il controllo delle materie prime.
La Conferenza di Copenaghen avrebbe dovuto dare risposte concrete alla crisi climatica in atto, purtroppo ha avuto un esito fallimentare, producendo impegni di riduzione delle emissioni soltanto volontari e su base nazionale. Nel frattempo i cambiamenti climatici non si fermano e gli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) disegnano scenari ancora più disastrosi di quelli indicati appena due anni fa e lo spostamento di popolazioni dovuto al degrado dell’ecosistema rischia di superare ogni previsione e di coglierci impreparati ad affrontarla
Davanti alle sfide ambientali, sociali e culturali, poste alla comunità internazionale dai cambiamenti climatici l’Italia come si presenta?
Sul fronte delle scelte ambientali il nostro Paese continua ad aumentare le sue emissioni di CO2 in atmosfera e a chiedere sconti sugli obiettivi di riduzione. Il Governo presenta il nucleare come la risposta a tutti i problemi ma si tratta di un inganno mediatico. Non sono stati ancora risolti i problemi di sicurezza degli impianti e di smaltimento delle scorie legati al ritorno al nucleare ma è già pronto il piano per l’individuazione dei siti in cui costruire le nuove centrali.
Ancora più preoccupante, se possibile, è la risposta che viene data sul piano sociale e culturale all’arrivo in Italia di stranieri extracomunitari, molti dei quali provenienti da paesi nei quali sono proprio le emergenze ambientali a produrre povertà e conflitti. I respingimenti in mare, i numerosi scandali sulla gestione dei “centri di accoglienza”, lo sfruttamento selvaggio della manodopera straniera nelle campagne - tutti fenomeni ben noti anche nel nostro territorio - sono il risultato disastroso prodotto dalle politiche sull’immigrazione portate avanti negli ultimi anni indistintamente da tutti i governi.
I drammatici fatti di Rosarno sono stati solo l’epilogo di una situazione di degrado e violenza che dura da anni e che esplode, non a caso, nell’anno del “pacchetto sicurezza”. L’emergenza di un nuovo razzismo diffuso ci viene segnalata non solo da manifestazioni regressive di stupide minoranze ma - è questa la novità più preoccupante – da leggi dello stato discriminatorie e incostituzionali e da ministri che non esitano a dichiarare la loro “cattiveria” nei confronti degli stranieri.
Nel paese che ha conosciuto la vergogna delle leggi razziali, trovano spazio nuove forme di intolleranza nei confronti di chiunque sia portatore di una diversità: non solo immigrati, dunque, ma anche rom, gay e lesbiche, senza fissa dimora e mendicanti.
Al degrado culturale e sociale che accompagna la crisi economica e al divario sempre più profondo che si sta scavando tra Nord e Sud, anche nel nostro Paese, è necessario reagire, con uno scarto politico e culturale.
Per provare a riformulare l’immagine che il Sud ha di sé: non più – come suggerisce Franco Cassano - periferia degradata dell’impero”, copia sbiadita o deforme della modernizzazione delle metropoli settentrionali, ma nuovo centro di un’identità ricca e molteplice, capace di conoscere più lingue, più religioni, più culture, secondo la vocazione più autentica della civiltà mediterranea.

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“Molti credono che il Signore disperse le lingue degli uomini per punirli, ma è l’esatto contrario; Egli vide che l’uniformità li rendeva superbi dediti a imprese tanto eccessive quanto inutili. Allora si rese conto che l’umanità aveva bisogno di un correttivo e ci fece dono delle differenze. Così i muratori, di fedi e costumi diversi, devono trovare un modus vivendi che consenta di portare a termine l’edificio” (Wu Ming – Altai)

A distanza di un anno, riproponiamo l’esperienza del GTutti, forum di associazioni e cittadini che l’anno scorso, in occasione del G8 Ambiente di Siracusa, diede vita a tre giorni di iniziative sul tema “Giustizia climatica e diritti dei popoli”.
Le questioni poste dall’intreccio tra crisi climatica, democrazia e diritti sono sempre più attuali e chiamano tutti noi a una sfida ancora più impegnativa: ripensare il rapporto tra gli uomini, l’ambiente in cui vivono, il territorio, il lavoro, la produzione e il consumo in una dimensione nuova e solidaristica.
L'Europa e al suo interno le regioni che si affacciano sul Mediterraneo, possono giocare un ruolo strategico per costruire uno spazio che non sia solo un grande mercato ma anche un luogo, geografico e culturale, all’interno del quale riempire di contenuti parole quali pace, diritti, solidarietà, cooperazione.

ACQUANUVENA, AGESCI ZONA ARETUSEA, AGIRE SOLIDALE, ALIMEDE, AMNESTY 85 SR, ARCI, ARCIRAGAZZI, C.A.I. SR, CENTRO PIO LA TORRE, CENTRO ANTIVIOLENZA LA NEREIDE, CITTADINANZATTIVA, COMITATO 100 DONNE, COOPERATIVA L’ARCOLAIO, COOP. F. MARTIN-L’ALTROMERCATO, EMERGENCY, ENTE FAUNA SICILIANA, G.A.S. SIRACUSA, JAMII ONLUS, LEGAMBIENTE, LIBERA, NATURA SICULA SIRACUSA, SIQILLYAH, SOCI DI BANCA ETICA
 
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