lunedì 11 maggio 2009

Il G8 è passato, G Tutti continua!

Come nel prologo di un romanzo partiamo dalla fine.
Partiamo da piazza Santa Lucia strapiena di persone che visitano curiose gli stand delle associazioni, ascoltano con attenzione gli interventi dei relatori dell’ultimo convegno in programma, in attesa della musica dei QBeta; dall’allegria contagiosa dei migranti in prima fila davanti al palco che suonano e ballano e dall’esplosione finale del concerto.

Passata la grande paura che come un incantesimo ha paralizzato la città per due giorni, la gente finalmente scende per strada. Dopo due giorni di tempo infame e di false notizie di potenziali attentatori sulle prime pagine dei giornali, finalmente la tensione si scioglie, Siracusa torna a vivere e con essa una delle sue piazze più belle.

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Fra tutti i modi di segnare con la nostra presenza l’evento ufficiale del G 8 Ambiente di Siracusa, noi del forum ambientale “G Tutti” avevamo scelto il più difficile, forse il più ambizioso: quello di discutere con la Città di temi di respiro internazionale come i cambiamenti climatici, la biodiversità, il rapporto tra povertà e neoliberismo, per provare a evidenziarne lo stretto legame con questioni a noi molto più vicine come la salvaguardia della salute dei cittadini, la tutela del paesaggio, l’illegalità ambientale, la gestione dei rifiuti. Titolo della manifestazione: “Giustizia climatica e diritti dei popoli”.

Senza rinunciare nemmeno per un attimo alla critica radicale del modello di sviluppo economico dominante, avevamo deciso di sottolineare che la strada per un futuro più giusto e sostenibile passa anche attraverso la responsabilità individuale di noi cittadini e le scelte virtuose che ognuno quotidianamente può fare per migliorare l’ambiente e tutelare la biodiversità.

Più facilmente (e comodamente) avremmo potuto scegliere di stare alla finestra limitandoci a commentare i risultati del vertice “ufficiale” (assai scarsi, come era prevedibile) i grotteschi tentativi della Ministra, del Sindaco e sottoposti assortiti di trasformare in venti giorni Siracusa in un modello di sostenibilità urbana; o avremmo potuto concentrare tutti i nostri sforzi nell’organizzazione di una manifestazione, affidando ad essa la speranza di mobilitare le coscienze dei cittadini sui temi che più ci interessano.

In entrambi i casi avremmo tradito la nostra più autentica vocazione, quella di stare sul territorio a confrontarci con le contraddizioni che esprime: dall’incongruenza del Governo che fin dal suo insediamento ha cercato di sabotare tutte le trattative internazionali sul clima e l’energia sostenibile, proponendo un ritorno al nucleare, alle spregiudicate operazioni di speculazione immobiliare di amministratori locali che in Sicilia - a Siracusa! - consumano territorio e distruggono biodiversità.

Più di ogni cosa avremmo rinunciato alla costruzione di “G Tutti”, che al di là di ogni valutazione sull’esito della tre giorni di piazza Santa Lucia, rimane il risultato migliore e più evidente della nostra azione: un prezioso patrimonio di unità d’intenti, relazioni umane, esperienza e di conoscenze, da non disperdere.

La buona riuscita dell’operazione, in partenza, non era affatto scontata, nonostante alcune delle associazioni collaborino da tempo o si ritrovino all’interno della Rete Territoriale delle Associazioni costituita qualche mese fa. Stavolta non si trattava come in passato di firmare un appello o di intervenire su temi di interesse locale ma di costruire - in pochissimo tempo e senza risorse economiche - un evento complesso, che prevedesse incontri, convegni, animazioni, attività culturali e momenti di spettacolo.

Con la costituzione del forum ambientale “G Tutti” volevamo, per una volta, rompere l’orizzonte comunicativo e politico in cui da tempo siamo rinchiusi, per il quale se c’è un G 8 deve per forza esserci un contro G 8; uno schema comodo e facile da rappresentare dai media (com’è puntualmente accaduto), in cui a prevalere è la contrapposizione tra due “simboli”, due simulacri esatti e contrari, in cui soprattutto non c’è spazio alcuno per la partecipazione critica dei cittadini.

Nonostante tutti i problemi che strada facendo abbiamo dovuto affrontare, alla fine possiamo dire di avercela fatta. Anzi di avere dato vita a un piccolo miracolo.

L’obiettivo principale di portare all’attenzione dell’opinione pubblica le questioni dei cambiamenti climatici e della biodiversità – con tutti i limiti, nostri e della insufficiente copertura mediatica ricevuta - possiamo dire che in buona parte sia stato raggiunto.

Si tratta solo dell’inizio, abbiamo piantato un seme e dovremo coltivarlo.
Nonostante il prestigio degli ospiti e dei relatori, non siamo riusciti a fare della nostra manifestazione un evento di carattere nazionale ma dobbiamo riconoscere che si trattava già in partenza di un obiettivo troppo ambizioso e comunque legato alla portata dell’evento “ufficiale” la cui eco sulla stampa nazionale è stata molto modesta.
Ma abbiamo di che consolarci.

Nel corso dei tre giorni abbiamo presentato il documento della Coalizione nazionale “In Marcia per il Clima”, che indica la strada che la Comunità Internazionale - in primo luogo l’Italia - dovrà percorrere per affrontare i cambiamenti climatici in atto e riconvertire in senso ecologico l’economia; abbiamo discusso con i comitati delle lotte per l’ambiente e la salute portate avanti in Sicilia; abbiamo parlato di ecomafie, rifiuti, giustizia globale, distribuzione delle risorse alimentari e tanto altro. Senza contare la proiezione di film, la presentazione di libri e le esibizioni degli artisti.

Ci sarà modo e tempo di tornare sulle idee e le proposte emerse dagli interventi dei numerosi relatori intervenuti, che a breve raccoglieremo e pubblicheremo su questo sito, mentre su alcuni dei temi affrontati negli incontri, come il consumo del suolo e la tutela delle coste, stiamo già misurando la nostra forza battendoci per una revisione del piano regolatore che impedisca nuovi insediamenti edilizi in prossimità del litorale.
Qualcuno ha già lanciato la proposta di ripetere l’esperienza del “G Tutti” su temi come quello dell’immigrazione, dei diritti dei migranti e dell’integrazione culturale.

Insomma il G 8 è passato ma “G Tutti”, come desideravamo sin dall’inizio, continua.
Giustizia climatica e diritti dei popoli!
 
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